Fotbal Club Steaua București
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Steaua București Calcio |
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Viteziştii (I Velocisti), Roș-Albaștrii (Rosso-Blu), Militarii (I Militari), Magica Steaua (Il Magico Steaua) | |||
Segni distintivi | |||
Uniformi di gara
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Colori sociali | Rosso-Blu | ||
Dati societari | |||
Città | Bucarest | ||
Paese | Romania | ||
Confederazione | UEFA | ||
Federazione | FRF | ||
Fondazione | 1947 | ||
Presidente | Helmuth Duckadam | ||
Allenatore | Laurențiu Reghecampf | ||
Stadio | Stadio Ghencea (28.000 posti) |
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Sito web | www.steauafc.com | ||
Palmarès | |||
Titoli nazionali | 23 | ||
Trofei nazionali | 21 Coppe di Romania 5 Supercoppe Rumene |
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Trofei internazionali | 1 Coppe dei Campioni/Champions League 1 Supercoppe UEFA |
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Si invita a seguire lo schema del Progetto Calcio |
È il club più titolato del Paese ed è l'unico dell'Europa orientale, insieme alla Stella Rossa di Belgrado, ad aver vinto la Coppa dei Campioni. Gioca le partite interne nello Stadio Ghencea di Bucarest (28.000 posti).
Indice |
Storia
La Steaua viene fondata il 7 giugno 1947 come "Asociația Sportivă a Armatei" ("Associazione Sportiva dell'Esercito"), in quanto polisportiva del Ministero della Difesa: nel calcio rileva una precedente società calcistica rumena, il Carmen Bucarest.Già 3 anni dopo l'ASA vince il primo titolo della sua blasonata storia, la Coppa di Romania, seguita l'anno dopo dallo scudetto. All'indomani del titolo nazionale le viene imposto il nuovo nome di CCA (Casa Centrală a Armatei).
Il nome attuale, Steaua (stella in rumeno), le viene assegnato nel 1961.
Dal dopoguerra alla fine degli anni settanta aveva vinto 9 titoli nazionali e 13 Coppe di Romania, senza mai retrocedere in seconda divisione, ed avviando un'accesa rivalità con la Dinamo, l'altra grande squadra di Bucarest.
Ma, pur godendo di grande prestigio in patria, mai era riuscita a distinguersi nel panorama europeo. Del resto qui le squadre dell'est, pur dotate di ottimi giocatori, avevano avuto ben poca fortuna.
Ma con l'inizio degli anni ottanta, la Steaua cade in una grave crisi: la mancanza di fondi (statali) e la traballante dirigenza provocano un lungo digiuno. Almeno fino all'arrivo di Emerich Jenei.
Il trionfo europeo del 1986
Dopo 7 anni dall'ultimo titolo nazionale, la Steaua torna a vincere il titolo rumeno nella stagione 1984-85.Artefice del successo è Emerich Jenei, allenatore di grandi doti strategiche che aveva preso le redini del club di Bucarest quando esso versava nella profonda crisi dei primi anni '80.
Jenei punta su un gruppo ben amalgamato, con giocatori di ottimo livello: tra essi brillano campioni quali il capitano Balint, i goleador Boloni (di professione dentista) e Pițurcă, il regista Belodedici e, soprattutto, il portiere Duckadam.
Nonostante l'organico di ottime qualità e l'assenza delle squadre inglesi (sospese a tempo indeterminato in seguito alla strage dell'Heysel dell'anno prima), nessuno immagina la Steaua come possibile favorita per il titolo finale nella Coppa dei Campioni 1985-1986. Ma gli uomini di Jenei incantano tutti, con un gioco forse non bello da vedere ma profondamente efficace, attendista e ostruzionistico, che cerca di impedire agli avversari di giocare per poi infilarli in contropiede.
I primi due turni (contro i danesi del Vejle Boldklub e gli ungheresi della Honved) sono semplici formalità.
Sulla carta parrebbe altrettanto facile anche la sfida dei quarti di finale, dove la Steaua è stata fortunosamente contrapposta ai finlandesi del Kuusysi Lahti, di gran lunga l'avversario più debole del lotto. Forse per questo gli uomini di Jenei prendono con leggerezza la sfida, e all'andata a Bucarest non riescono a perforare il muro difensivo eretto dagli avversari. La Steaua è così costretta alla trasferta in Finlandia con la qualificazione in bilico e nel match il Kuusysi si rende spesso pericolosa, fino alla stoccata vincente di Pițurcă, che regala la semifinale ai rumeni.
Qui la Steaua raggiunge i belgi dell'Anderlecht, favoriti per la qualificazione alla finale. Nell'andata a Bruxelles i romeni puntano soprattutto a difendersi: vengono trafitti solo da una rete di Vincenzo Scifo, ma riportano a casa un passivo (1-0) assai recuperabile. E infatti nel match di ritorno la musica cambia: l'Anderlecht viene letteralmente travolto (3-0) dalla furia della Steaua, che si impone con una doppietta di Pițurcă e un gol di Balint.
La finale va in scena il 7 maggio 1986 allo stadio Ramon Sanchez Pizjuan di Siviglia, in Spagna, e la Steaua si trova di fronte proprio una compagine spagnola, il Barcellona, allenato da Terry Venables. I blaugrana sono nettamente favoriti, sia per il fatto di giocare in patria, sia per il maggior spessore tecnico, il grande carisma e la blasonata tradizione.
Sospinti da oltre 70.000 tifosi (i romeni sono invece pochissimi, a causa delle restrizioni sull'espatrio imposte dalla dittatura di Ceaușescu), i catalani vogliono vincere l'unica coppa europea che manca alla loro bacheca, ma vengono ingabbiati dalla rete difensiva della Steaua, magistralmente pilotata da Belodedici. La Steaua scende in campo con Boloni, Belodedici, Iovan, Pițurcă, Bumbescu, Duckadam, Majaru, Lăcătuș, Bălan, Balint, Bărbulescu. In una finale dai poveri contenuti tecnici, la Steaua raggiunge il suo principale obiettivo: giocarsi la coppa ai calci di rigore. Qui danno sfoggio delle proprie qualità i due portieri, Urruticoechea da una parte e Duckadam dall'altra, che neutralizzano i tentativi a rete rispettivamente dei romeni Majearu e Boloni e degli spagnoli Alesanco e Pedraza. Si presenta quindi sul dischetto il giovane rumeno Marius Lăcătuș (futuro giocatore della Fiorentina ed allenatore del club rumeno dal 2007 al 2009) che non sbaglia; l'incredibile Duckadam invece neutralizza anche il tiro di Pichi Alonso. Anche Balint realizza, lasciando a questo punto nelle mani di Duckadam il rigore decisivo. Per il Barcellona si presenta sul dischetto Marcos, ma il portiere romeno intercetta anche stavolta, mandando in tripudio un intero Paese.
Il biennio seguente
Da Campione d'Europa la Steaua può arrotondare il bottino nella Coppa Intercontinentale e nella Supercoppa Europea: non riesce nella prima impresa, battuta 1-0 a Tokyo dagli argentini del River Plate, ma conquista la seconda, 1-0 con goal del giovane Gheorghe Hagi (futuro pilastro della Steaua), a spese della Dinamo Kiev di Valeri Lobanovski.Due anni dopo il trionfo di Siviglia, la Steaua (allenata da Anghel Iordănescu) giunge in semifinale di Coppa dei Campioni, dove però viene eliminata (0-0 e 0-2) dai portoghesi del Benfica. L'anno dopo torna in finale, ancora una volta in Spagna, ma a Barcellona. Questa volta i rumeni affrontano il fortissimo Milan di Arrigo Sacchi. I sogni di gloria della Steaua vengono spenti da una pesante sconfitta per 4-0 con doppiette di Gullit e Van Basten. La disfatta segna la fine dell'epopea dei rumeni in Europa.
Dal 1990
Crollato il regime dittatoriale di Nicolae Ceaușescu, la Steaua nel 1990 viene privatizzata. Acquistata dal politico e uomo d'affari rumeno George "Gigi" Becali, nel 1998 la squadra di calcio viene scorporata dalla società polisportiva e assume il nome di FC Steaua București.Sempre ai vertici del calcio rumeno (ben 6 scudetti consecutivi, dal 1992-93 al 1997-98), la Steaua oggi vanta ben 20 Coppe Nazionali, 5 Supercoppe di Romania e 23 scudetti, l'ultimo conquistato nella stagione 2005-06, con Cosmin Olaroiu allenatore per buona parte del campionato.
Le partecipazioni alla Champions League sono però state di scarso successo, venendo quasi sempre eliminata nei turni preliminari o al primo turno. Nel 1995-96 si trova di fronte anche la Juventus futura Campione d'Europa. A Torino vincono 3-0 gli uomini di Lippi, mentre a Bucarest, con la Juve già qualificata, è 0-0, in un campo coperto dalla neve.
Nella stagione 2005-2006 la Steaua ha sfiorato l'impresa di tornare in una finale europea, precisamente di Coppa UEFA. Eliminata nel terzo turno preliminare di Champions League dai norvegesi del Rosenborg, è stata "retrocessa" in Coppa UEFA. Qui ha superato il primo turno (in cui ha incontrato pure la Sampdoria) per poi eliminare nei sedicesimi l'Heerenveen (3-1 e 0-1), negli ottavi il Betis Siviglia (0-0 e 3-0) e nei quarti i "cugini" del Rapid Bucarest (1-1 e 0-0). In semifinale si è però arresa al Middlesbrough di Massimo Maccarone: vinta l'andata in casa (1-0), in Inghilterra la Steaua si è trovata in vantaggio per 2-0 per poi subire un'incredibile rimonta del "Boro" (2-4).
Nelle due stagioni successive la squadra è tornata a disputare la UEFA Champions League. Nella stagione 2006/2007 si trovò in un girone di ferro costituito da Real Madrid, Olympique Lyonnais e Dinamo Kiev. La prima partita Dinamo Kiev - Steaua finì 1-4 a favore della squadra rumena e fece sognare milioni di tifosi romeni. Dopo questa brillante vittoria seguirono altri due pareggi contro il Lyon e la Dinamo Kiev. 3º posto aggiudicato e proseguì in Coppa Uefa dove poco dopo fu eliminata dal Siviglia.
Nella stagione 2007-2008, la squadra rosso-blu finsce il girone con un solo punto ottenuto da un pareggio casalingo contro lo Slavia Praga e quindi sull'ultimo gradino del girone. Partecipanti al girone anche l'Arsenal di Wenger ed il Siviglia FC. Sulla panchina della formazione di Bucarest si sono succeduti, dal 2006, Cosmin Olăroiu, Gheorghe Hagi, Massimo Pedrazzini e Marius Lăcătuș. L'attuale tecnico è Dorinel Munteanu, dopo le dimissioni di Lăcătuș per via della sconfitta in Champions League per 3-5 contro il Lione.
Al terzo turno preliminare della Champions League 2008-2009 vince contro il Galatasaray qualificandosi per la fase finale a gironi, dove trova Lione, Bayern Monaco e Fiorentina. La squadra rumena riesce a collezionare pochi punti senza vincere mai e chiudendo il gruppo in ultima posizione.
Per il 2009-2010 il nuovo allenatore Cristiano Bergodi ha impostato una tattica di ringiovanimento rosa e punta molto sull'apporto dei nuovi giovani molto promettenti come Tudose, Onicas, A. Ionescu e Ochiroșii. Inoltre ha impostato la squadra con un gioco veloce grazie alla rapidità delle fasce e delle punte Surdu e Stancu che hanno permesso buoni risultati, tra i quali 6 vittorie in altrettante partite di Europa League.
Questo nuovo clima sereno di rinascita viene spezzato dopo la partita di Europa League contro lo Sheriff Tiraspol, conclusasi 0-0, quando Gigi Becali ha deciso di licenziare Bergodi, reo di non avergli permesso di entrare negli spogliatoi durante l'intervallo. Con l'arrivo di Mihai Stoichita in panchina, nonostante quest'ultimo abbia criticato il gioco di Bergodi come difensivo e abbia fatto propositi di una squadra ultra-offensiva, la squadra è carente di gioco e non riesce a segnare, appena 2 gol in 5 partite tra Liga I e Europa League, e si prospetta un altro campionato anonimo come quello precedente chiuso al sesto posto.
La stagione 2010-2011 è segnata da ben quattro avvicendamenti in panchina per la direzione tecnica. Il 10 agosto 2010, in seguito alle dimissioni dell'allenatore Victor Piturca e dopo il tecnico ad interim Eduard Iordanescu, Ilie Dumitrescu prende le redini della formazione di Bucarest. Dopo appena sei settimane, in data 27 settembre 2010 e quindi all'ottava giornata del campionato rumeno, a seguito delle contestazioni da parte dei tifosi dopo il pareggio interno (1-1) contro l'Astra Ploiesti, viene scelto alla guida della formazione Marius Lacatus, dopo le dimissioni di Dumitrescu. In Europa League lo Steaua viene inserito nel Girone K insieme a Liverpool, Napoli ed Utrecht. La squadra rumena verrà eliminata dal Napoli nella partita del San Paolo terminata 1 a 0 per i partenopei, che si qualificheranno secondi subito dopo il Liverpool.L'8 marzo 2011 il tecnico Marius Lacatus si è dimesso dopo la sconfitta 0-3 contro il Brasov.Al suo posto è subentrato il tecnico Sorin Cartu,ex allenatore CFR Cluj,che ha firmato un contratto per 3 mesi
Cronistoria
Cronistoria dello Steaua Bucarest | |||
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